E’ stato solo una volta. O chissà quante altre. Sta di fatto che tradire, al di là dei condizionamenti culturali sull’argomento, è una scelta che almeno una volta nella vita, la stragrande maggioranza degli esseri umani assume e porta a compimento. Aggiungere a tale maggioranza schiacciante, il numero di persone che, almeno una volta nella vita, hanno “pensato” all’idea di tradire, pur senza decidere di tramutare in realtà quel pensiero, significa allargare l’argomento a tutta l’umanità.
Il tradimento, è quindi uno degli argomenti che riguardano tutta l’umanità, ad ogni latitudine e longitudine: supera i confini, è trasversale e non può essere contenuto da “muri” culturali o religiosi. E’ un fenomeno talmente diffuso da non poter essere etichettato in alcun modo, oltre al fatto che un comportamento naturale e diffuso, non può essere criticato o ritenuto come “innaturale”. Al contrario, a dirla tutta è un comportamento che ha più a che fare con la normalità.
Assodato che il tradimento e l’adulterio sono comportamenti umani e largamente diffusi, rimane da capire il motivo che sta dietro alla decisione di tradire, facendo comunque una importante premessa: nessuna condanna dal punto di vista etico e morale può essere mossa a chi tradisce. Tradire, nella stragrande maggioranza dei casi, significa infatti ascoltare i propri bisogni primari e le proprie necessità che per lungo tempo sono rimasti inascoltati da noi stessi.
La risposta alla domanda “perché si tradisce?” non può essere univoca; così come non c’è una ricetta valida per tutte le stagioni della vita, infatti, non esiste una singola motivazione, valida sempre, che possa spiegare ogni tradimento. Si tradisce per una moltitudine di motivi estremamente eterogenea e variegata. A complicare ulteriormente le cose, i motivi che portano a tradire spesso si sovrappongono tra loro, fondendosi l’uno con l’altro e generando una miscela che può indurre in considerazioni sbagliate.
Sentirsi vivi
C’è chi tradisce il proprio partner (o la propria partner) per la umana necessità di sentire la vita che torna a scorrere nelle vene. Una sensazione spesso dimenticata, sopita. Dopo anni di relazione più o meno stabile, giunge inevitabilmente un momento nella vita, indistintamente di uomini e donne, nel quale ci si sente anestetizzati. Non è in dubbio il sentimento verso il partner; ciò che manca è la capacità di “sentirsi vivi.
E così, ad un certo punto, ci si riscopre incapaci di vivere con emozione i momenti di intimità; una sensazione che può anche rivelarsi depressiva. E allora c’è bisogno di tornare a sentire nuovamente “vecchie nuove emozioni”: il cuore che batte all’impazzata, l’attesa, il rischio di ricevere un “no”, il corteggiamento, l’eccitazione di un corpo che non si conosce, il desiderio di piacere e di dare piacere. E’ del tutto ovvio che chi tradisce per questo motivo, nell’immediato non realizza un ragionamento così complesso a livello conscio.
La motivazione verrà ricondotta alla più semplice “noia” o alla “routine”. C’è da dire che il tradimento dettato dalla necessità di sentirsi vivi, di per sé può rivelarsi salvifico poiché comprimere e negarsi il bisogno di sentirsi vivi, può portare anche a stati depressivi. Spesso, chi tradisce per tale motivazione, vive un clima di coppia che viene definito “mortifero”; tale condizione è fortemente impattante sul benessere di entrambi i partner e la risposta naturale, il colpo di reni che fa pendere l’ago della bilancia dalla parte della Vita, sta nel sesso.
Tradimento per vendetta
Il tradimento per vendetta non esiste. Esiste, però, il tradimento di chi, pur desiderandolo, non ha avuto il coraggio di prendere la decisione di tradire e, scopertosi a sua volta tradito, libera finalmente quel desiderio sopito, usando come giustificazione per sé stesso il sentimento di vendetta. D’altronde, per ogni tradimento, c’è una persona tradita. A volte capita che la persona tradita, venga a conoscenza del tradimento subito.
In quel momento, la persona tradita trova una giustificazione di fronte a se stessa per abbattere il muro interno, fatto di giudizi interiori e retaggio culturale, che ha impedito nel tempo di mettere in pratica un desiderio comunque presente. Nessuno può biasimare chi, scopertosi tradito, trova la chiave per tramutare in realtà un bisogno o desiderio schiacciato da ostacoli e impedimenti legati al retaggio culturale e ai conseguenti, del tutto immotivati, sensi di colpa. Anche questo genere di tradimento può rivelarsi salvifico per la persona che lo pone in essere perché finalmente i desideri e i bisogni corrispondono con i comportamenti.
Tradimento per invisibilità nella vita di coppia
Nella vita di coppia, con il passare del tempo, può succedere che uno o entrambi i partner diventino invisibili agli occhi dell’altro. E’ un meccanismo noto. La situazione non viene immediatamente riconosciuta e la scelta di tradire arriva prima della consapevolezza di trovarsi, ormai da tempo, nella situazione di essere “guardati ma non visti” dal partner. Un partner o una partner che “guardano ma non vedono” l’altro partner, hanno momentaneamente perduto interesse e molto probabilmente appartengono alla categoria di coloro che hanno pensato di tradire, senza mai riuscirvi, generando involontariamente un clima di disinteresse nella vita di coppia.
Sta di fatto che essere guardati ma non visti, nella vita di coppia, è una condizione difficile da gestire. Si comincia, erroneamente, a sentirsi “inadeguati”, non meritevoli di attenzioni; in altri termini, ci si crocifigge in modo del tutto ingiusto. Poi, scatta un sentimento di rivalsa: la necessità di dimostrare, in primis a noi stessi, che non siamo indegni o inadeguati e che non c’è nulla di sbagliato in noi. Il tradimento generato da questa motivazione contiene anch’esso una valenza salvifica per la persona che lo pone in essere e per la propria autostima
Tradimento per rinuncia al ruolo
Nella vita di coppia possono avvenire eventi straordinari: i partner dalla condizione di amanti passano a quella di conviventi, coniugi e genitori. Tutti avvenimenti meravigliosi, a patto che i nuovi ruoli si vadano ad aggiungere a quelli preesistenti, senza eliminarli. E allora, un padre continua ad essere marito, amante e sopratutto un uomo. Lo stesso vale per una mamma, che continua ad essere a sua volta amante, moglie e donna.
Tutti questi ruoli, devono trovare piena realizzazione e ragion d’essere nella vita di coppia. Quando ciò non avviene, i partner diventano “prigionieri” di un nuovo ruolo che si rivela totalizzante. E’ frequente il caso di uomini che, divenuti “papà”, dimenticano di essere anche marito, amante e maschio. Lo stesso vale per le donne che, divenute mamme, abdicano agli altri ruoli. Nella vita di coppia, chi reclama senza successo i ruoli non più ricoperti dall’altro partner, può essere spinto a ricercare certe emozioni altrove.
Il tradimento e l’adulterio, di per sé, non dicono molto sullo stato della coppia; dicono molto sulla necessità di ripristinare una linea coerente fra i bisogni e le necessità di uno dei partner (o di entrambi). Il tradimento, nella stragrande maggioranza dei casi, è una risposta che tende a salvaguardare chi lo pone in essere. Le valutazioni sulla vita di coppia e sullo stato di salute della relazione, non sono legate al verificarsi del tradimento ed anzi, in molti casi, la coppia può uscire rafforzata dal tradimento, a patto che il partner che lo ha posto in essere non si faccia prendere da sensi di colpa che sono solo ed esclusivamente un retaggio culturale, teso a sopprimere i reali bisogni e le necessità individuali.
I sensi di colpa sono quindi del tutto ingiustificati e possono rivelarsi pericolosi perchè possono indurre chi ha tradito a rivelare l’avvenuto tradimento al partner. Tradire significa ascoltare un proprio bisogno, gettare le basi per una rinascita che può anche essere rinascita della stessa coppia: confessare un tradimento al partner è un atto di apparente onestà dietro il quale si nasconde il peso di un senso di colpa del tutto immotivato. Non può esserci colpa nell’ascoltare i proprio bisogni e nello scegliere la Vita.